Studio di progettazione   

Ing. D'Andrea Moreno     

Iscritto presso l'ordine degli Ingegneri della provincia di Pescara mat.1808 del 4 Aprile 2012

Tesi

Implementazione di un sistema di misura per la caratterizzazione in frequenza di trasformatori in resina (SFRA)    

Relatore: Edoardo Fiorucci

 Relatore Esterno: Ing. Antonio Di Pasquale   

Laureato: Moreno D’Andrea

Facoltà di Ingegneria 

Università degli Studi dell’Aquila   

Laurea Spec. Ing. Elettrica

A.A.: 2009/2010

I trasformatori costituiscono il “cuore” della produzione, del trasporto e  della distribuzione dell’energia elettrica; ai fini di avere una maggiore sicurezza e ridurre i costi di manutenzione, negli ultimi anni si va sempre maggiormente diffondendo la prevenzione dei guasti quindi cresce sempre di più l’attenzione verso la diagnostica.

Una delle principali tecniche in via di sviluppo in questo settore è lo Sweep Frequency Response Analysis (SFRA) tramite il quale è possibile dare delle indicazioni sulle condizioni delle parti attive, cioè del Nucleo e degli Avvolgimenti, che compongono il trasformatore. La misura viene eseguita mediante l’applicazione di un segnale sinusoidale su un avvolgimento, mantenendo inalterata l’ampiezza e facendolo variare in frequenza, così da vedere come tale avvolgimento si comporta alle diverse frequenze. Il trasformatore, da un punto di vista elettrico è legato a parametri capaciti, induttivi e resistivi, pertanto quando vi è una variazione su una qualsiasi parte della macchina, vi è anche una variazione della risposta in frequenza della funzione di trasferimento ricavata dalla sintesi circuitale. Sulla base di questo principio, tramite l’analisi, è possibile effettuare una diagnostica del trasformatore, così da accertarsi delle condizioni dei vari componenti, della vita residua della macchina e, nel caso di forti alterazioni, intervenire prima che si verifichi il guasto.

                                          SFRA

La tecnica SFRA, prevede la realizzazione di una vera e propria impronta digitale per ogni trasformatore; tale impronta, però, risulta essere difficile da interpretare se non si ha a disposizione una precedente impronta della macchina.

A causa della recente introduzione di tale diagnostica, vi è la mancanza dei dati di riferimento per la quasi totalità dei trasformatori già entrati in funzione. Per rimediare a questa situazione si vanno a confrontare gli spettri ricavati sulle macchine installate con quelli ricavati su trasformatori gemelli o in alternativa confrontandoli con quelli ricavati sulle diverse fasi dello stesso trasformatore, così da vedere la presenza di alterazione della fase guasta rispetto alle fasi sane.

 I risultati delle misure ricavate mediante la tecnica SFRA, vengono principalmente analizzate, per:

-          monitorare la variazione dello stesso avvolgimento nel tempo;

-          monitorare la variazione geometrica tra gli avvolgimenti delle tre fasi dello stesso trasformatore;

-          monitorare le differenze costruttive tra i trasformatori della stessa serie di produzione.

Uno qualsiasi di questi tre casi porta ad avere una variazione dello spettro in frequenza, costituito da ampiezza e fase della funzione di trasferimento. Attualmente la variazione della fase della risposta in frequenza non da riscontri significativi per la diagnostica, mentre analizzando l’ampiezza si può risalire al tipo di problema presente.

Man mano che l’analisi tramite la tecnica SFRA si va diffondendo, si mettono sempre più in evidenza le relazioni che ci sono tra le variazioni che si hanno sullo spettro, rispetto alle variazioni che si hanno sui parametri geometrici. Questa crescita di conoscenze permette sempre più di poter interpretare al meglio i dati ottenuti dall’analisi in frequenza, tuttavia ancora oggi restano di difficile comprensione a persone non esperte del settore.

Questo nuovo tipo di prova verrà regolamentato dalla normativa IEC 60076-18 Ed.1 CDV con entrata in vigore prevista per Giugno 2012, la quale fornirà uno standard su come dovrà essere realizzato il collaudo, così da avere una corretta ripetibilità e un corretto svolgimento da chiunque lo effettui. Con lo scopo di acquisire conoscenze sulla normativa e su come occorre equipaggiarsi per effettuare questo nuovo tipo di collaudo, lo stabilimento della BTicino di Teramo, in collaborazione con L’Università degli studi dell’Aquila, ha commissionato lo svolgimento di questo lavoro della durata complessiva di 375 ore.

In modo molto sintetico si riportano i contenuti dei capitoli:

Nel Primo capitolo si effettua un’introduzione e una spiegazione generale del metodo utilizzato.

Nel Secondo capitolo si spiega come è formato e come viene costruito un trasformatore in resina presso lo stabilimento di Teramo della BTicino.

Nel Terzo capitolo si spiegano i principali guasti che si hanno sul trasformatore.

Nel Quarto capitolo si spiegano le principali tecniche di diagnostica.

Nel Quinto capitolo si illustra la teoria che è alla base della tecnica SFRA, accennando ai principi utilizzati nel calcolo della rete equivalente utilizzata per interpretare lo spettro ricavato.

Nel Sesto capitolo si illustrano le possibili misure da effettuare con la tecnica SFRA e si accenna ad una possibile linea guida di diagnosi/lettura degli spettri.

Nel Settimo capitolo si evidenziano le possibili zone sullo spettro dove il guasto può interagire modificandolo.

Nell’Ottavo capitolo si riporta una breve sintesi della norma IEC 60076-18 Ed.1 CDV, in fase di approvazione con pubblicazione prevista nel Giugno del 2012.

Nel Nono capitolo si effettua una breve spiegazione del software LabVIEW, utilizzato per la realizzazione dello strumento virtuale.

Nel Decimo capitolo si spiegano le operazioni che vengono svolte dallo strumento virtuale realizzato.

Infine nell’Undicesimo si riportano le prove sperimentali effettuate con il software sui trasformatori in resina realizzato presso lo stabilimento della BTicino di Teramo, per poi esprimere delle valutazioni conclusive.

Il sistema di acquisizione ideato in questo progetto di tesi è composto da un generatore di funzioni, un oscilloscopio, un adattatore GPIB/USB e un Pc dove risiede lo strumento virtuale realizzato tramite l’utilizzo del software “LabVIEW”.

Lo strumento virtuale si presenta con una prima schermata costituita da un menù principale, dove si può scegliere se eseguire la misura sul trasformatore, oppure passare alla manipolazione dei dati già raccolti.

Tesi2

Scegliendo di effettuare la misura sul trasformatore si possono effettuare diverse operazioni:

-          Calibrazione del generatore di funzioni, indicando la frequenza iniziale, frequenza finale e il passo di campionamento;

-          calibrazione dell’oscilloscopio configurando per ogni misura la frequenza di campionamento e il numero di campioni che deve acquisire;

-          salvataggio delle caratteristiche della prova, quindi i dati e le condizioni del trasformatore in prova.

Inoltre durante l’esecuzione della prova è possibile visualizzare l’andamento dei dati misurati, così da verificarne la correttezza in modo istantaneo e salvarli nel caso di buon esito della stessa.

Se dal menù principale si sceglie di passare alla sezione relativa alla diagnostica si dispone di tre parti, dove è possibile manipolare e confrontare i dati acquisiti:

-          I parte: ai fini di controllo e di correttezza di una misurazione salvata, è possibile effettuare la lettura di una precedente analisi.

-          II parte: qui è possibile eseguire il confronto tra due precedenti misure, graficando l’andamento di entrambi gli spettri con la relativa differenza, inoltre viene effettuato anche il calcolo degli indici di correlazione utili per una corretta interpretazione dei dati confrontati.

-          III parte: in questa sezione è possibile visualizzare in modo simultaneo tre misure sullo stesso grafico, così da vedere la differenza tra le tre fasi di un trasformatore.

Nello strumento virtuale, nel caso di azioni errate da parte dell’utente, si avranno delle finestre di dialogo studiate ad hoc che avviseranno l’utente dell’errore compiuto, inoltre parte dei pulsanti che compongono il pannello utente sono disabilitati e/o abilitati durante lo svolgimento della prova.